È un apparecchio adoperato per ascoltare dischi fonografici (supporti per la registrazione sonora) i cui elementi costitutivi essenziali sono un piatto rotante su cui è collocato il disco, un motore, ed una testina di lettura.
Scopo del giradischi è quello di “ottenere” sonorità dai dischi in vinile. Per fare ciò esso deve estrarre le informazioni, e dunque i suoni, presenti nei microsolchi dei dischi stessi, i quali ultimi ruotano ad una velocità uniforme. Ruotando, essi sono infatti “percorsi” da una testina con una puntina diamantata, che trasforma le predette informazioni in un segnale elettrico; tale segnale è poi amplificato e propagato da altoparlanti sotto forma di melodie e brani.
Innanzitutto per il suono offerto, di qualità migliore rispetto a quello di altri dispositivi. Ciò in quanto in un vinile il segnale musicale non è campionato, ed il tempo non è alterato per essere digitalizzato; le informazioni non vanno perdute e la riproduzione del suono avviene perfettamente.
In secondo luogo il giradischi cala in un’atmosfera particolare, quasi “senza tempo”, che certamente non potrà che trovare consensi nei più nostalgici, i quali potranno beneficiare della musica in un modo “pieno”, “totalizzante”, e ricco di emozioni. Aspetti, questi, certamente non riscontrabili nei moderni supporti musicali. Possedere un apparecchio di questa tipologia consente poi di riascoltare vecchi vinili (si pensi a chi conserva una ricca collezione, fremendo dalla voglia di utilizzarli!) – sia personali che dei propri genitori – e di “toccarli con mano” e rispolverarli, una sensazione senza eguali per gli intenditori ed appassionati. E perché non citare tra i vantaggi – infine – anche quel caratteristico crepitio che anticipa le note del disco preferito?
Più che di svantaggi, è il caso di parlare di “dati oggettivi”, nel senso che gran parte delle attuali produzioni musicali è venduta esclusivamente su supporti digitali. Giradischi e dischi poi, sono ovviamente più ingombranti – anche se il mercato offre dispositivi portatili – e non pratici da trasportare; i predetti dischi, inoltre, hanno un limite fisico di capienza (generalmente circa 12 brani), e con il trascorrere del tempo si graffiano, si usurano, e se non adeguatamente conservati, possono deformarsi. Sono infine più costosi rispetto alle tracce in formato digitale.
Ciò che più è importante quando si parla di un giradischi è il suo essere in grado di estrarre le informazioni dal vinile. Ogni vibrazione rischia di trasformarsi in un’interferenza, di ostacolo a una corretta lettura e al raggiungimento di un suono ottimale. La somma di più interferenze, anche minime, fa sì che le informazioni vadano perse ed il predetto suono sia inascoltabile.
Le vibrazioni sono di due tipi: interne, se dipendono dal motore dell’apparecchio, ed esterne, se invece derivano dal mobile o dalla struttura ove è collocato l’apparecchio stesso.
Le vibrazioni possono essere limitate servendosi del telaio – parte del giradischi sulla quale poggiano il piatto ed il braccio – che si distingue in rigido e sospeso.
Non è possibile fornire una sola ed univoca risposta, nel senso che non esiste un “migliore” giradischi in assoluto, ma esiste quello “migliore” per sé stessi e le proprie necessità, che ovviamente variano in base all’utilizzatore. A titolo esemplificativo, si può propendere verso un apparecchio che seppur economico, risponda comunque a quelli che sono i bisogni personali – di ascoltare di quando in quando vecchi dischi, in questo specifico caso – oppure verso uno portatile, fornito di valigetta, che sia possibile alimentare sia attraverso la rete elettrica che attraverso le batterie. E che, in ogni caso, abbia degli altoparlanti integrati che rendano possibile ascoltare la musica in qualsiasi luogo.
Certo, e sono la struttura del giradischi ed il tipo di trasmissione (cioè la trazione, diretta oppure a cinghia), nonché specifiche caratteristiche, sia tecniche che con riferimento alla riproduzione dei vinili. E, ancora, andranno considerati in sede di acquisto la tecnologia e i materiali di realizzazione, le dimensioni e il design, le tipologie di dispositivo offerte dal mercato.
Sono la base, il piatto, il braccio, la testina (ed il porta testina), il telaio, il tappetino, e il perno di centraggio.
Struttura fondamentale del giradischi, deve essere realizzata in materiali solidi, poiché da essa dipendono in parte le vibrazioni a cui il giradischi stesso è soggetto. Vibrazioni che potrebbero avere un impatto negativo sul suono, pregiudicandolo.
Realizzato per lo più in acrilico – ma anche in alluminio ed in vetro stratificato – il piatto è la parte dell’apparecchio su cui sono collocati i vinili, che ruota in virtù di un motore.
È un’asta mobile, solitamente realizzata in alluminio, che regge la testina del giradischi “consentendole” di muoversi lungo i microsolchi dei dischi in vinile. Il braccio rappresenta una delle componenti a cui prestare maggiore attenzione al momento dell’acquisto, e deve essere solido e leggero al tempo stesso: i suoi tratti caratteristici, in particolare, sono la leggerezza, la rigidità e l’intercambiabilità.
Il braccio di un giradischi può essere dritto, a S oppure tangenziale.
Diffuso nel maggior numero di giradischi in commercio, è da molti preferito per la sua leggerezza e robustezza, così come per il suo essere economico.
Il braccio a S è quello che prende il nome dalla sua forma, appunto a “S” se osservata dall’alto. Si caratterizza per la semplicità d’uso.
Molto costoso e particolare, presenta il vantaggio di muoversi in parallelo al raggio del disco. È adoperato in giradischi top di gamma, ma è al contempo poco diffuso.
Premesso che non sempre c’è concordanza di opinioni in merito, il suggerimento è quello di orientare il proprio acquisto verso un giradischi fornito di braccio dritto. È infatti più economico da fabbricare – dunque a parità di costo può garantire una qualità superiore – nonché più semplice da installare e più solido rispetto al braccio tangenziale, e presenta una massa inferiore a quello a S.
Parte del braccio del giradischi, la testina rappresenta un altro elemento fondamentale a cui badare in sede di acquisto, determinante per il corretto funzionamento del giradischi stesso. È difatti la puntina – o stilo – di diamante che si trova alla sua estremità a consentire la riproduzione di musica del vinile: essa puntina si inserisce tra i solchi del disco catturandone il suono e riproducendolo attraverso i diffusori. Nei tempi passati molti modelli di apparecchi presentavano una testina piezoelettrica o ceramica, tipologie oggi essenzialmente sostituite dalla magnetica perché maggiormente efficiente.
“Fondata” su un magnete – come il nome stesso suggerisce – la testina a magnete mobile (MM o Moving Magnet) non richiede pre-amplificazione aggiuntiva: la puntina muove un magnete, formando una sorta di generatore elettromagnetico, che dà vita al suono. La testina a bobina mobile (MC o Moving Coil), invece, presenta una tensione di uscita molto bassa, ragion per cui necessita di una pre-amplificazione aggiuntiva , oppure di un amplificatore preposto a tale scopo.
Quando la testina a magnete mobile si consuma, non è necessario acquistarne una nuova, ma basta sostituire lo stilo. Ciò spiega il motivo per il quale la si suggerisce ai neofiti del vinile o a chi non se ne intende particolarmente di giradischi. Nel caso della testina a bobina mobile, al contrario, una volta usuratosi lo stilo, bisognerà procedere all’acquisto dell’intera testina: cosa che rende questa scelta più indicata per i veri intenditori del settore.
Il porta-testina (headshell) è talora confuso con la testina, ma in realtà costituisce il suo supporto, attraverso cui è possibile connettere la testina stessa al braccio del dispositivo. Non si riscontra, però in ogni giradischi in commercio: alcune testine si agganciano a un porta-testina, altre direttamente al braccio.
Elemento fondamentale del giradischi, il telaio ha lo scopo di ridurre al minimo il rischio di vibrazioni, di ostacolo ad una lettura corretta delle “informazioni” del vinile ed all’ottenimento di un suono perfetto. Può essere rigido o sospeso.
Leggero e di semplice installazione, il telaio rigido poggia sullo chassis del giradischi; quello sospeso, invece, divide il braccio dallo chassis dell’apparecchio, e poggia su elementi elastici (solitamente molle metalliche).
Ferma restando l’esistenza di fautori dell’una o dell’altra categoria, c’è da dire che in realtà non esiste un sistema migliore dell’altro: entrambi i telai, infatti, hanno lo scopo di ridurre il più possibile le vibrazioni esterne, e se realizzati con attenzione e professionalità, assicurano ottimi risultati. Un “punto in più” per il telaio rigido è dato dalla sua maggiore semplicità di montaggio e di “configurazione”, ma anche in questo caso intervengono quelle che sono le opinioni personali al riguardo. Siamo infatti in presenza di un fattore che per qualche utente potrebbe essere di rilievo, per altri, invece, no.
Realizzato in materiale antiscivolo, il tappetino (o mat, in lingua inglese) si colloca sul piatto per ridurre ulteriormente le vibrazioni. Tre in particolare sono le sue funzioni:
- impedire che i rumori di motore e cinghia interferiscano con la qualità del suono;
- limitare le variazioni di velocità causate da piccolissimi “scivolamenti” del disco sul piatto in rotazione;
- evitare che le vibrazioni dei microsolchi possano essere accresciute dal piatto, grazie al suo essere una sorta di “collegamento” tra giradischi e dischi in vinile.
È una piccola sporgenza al centro del piatto, da introdurre nel foro di ogni disco. In questo modo il vinile rimane centrato in modo perfetto rispetto al piatto stesso.
La trazione indica il movimento trasmesso dal motore del giradischi al piatto, e che permette al piatto di girare: quando la testina “si muove” lungo i solchi del vinile è così possibile ascoltare un disco. Può essere diretta o a cinghia.
Nella trazione diretta l’albero del piatto – ossia il perno al di sotto del piatto dell’apparecchio – è collegato in modo diretto al motore, e quando il motore gira, gira anche il piatto. Nella trazione a cinghia, invece, una cinghia in gomma congiunge il motore al piatto, trasmettendo il movimento: la trazione è appunto, in questo caso, indiretta, poiché il motore “aziona” la cinghia, che a sua volta fa ruotare il piatto.
I migliori brand di giradischi privilegiano i modelli con trazione a cinghia, che assicurano un migliore isolamento tra il motore – dal quale derivano diverse vibrazioni – ed il piatto e la testina. Sono, per tal motivo, modelli maggiormente silenziosi, rivelandosi la scelta ottimale per chi è alla ricerca di un apparecchio che possa permettere un ascolto fedele della musica.
Anche la trazione diretta è in grado di limitare le vibrazioni, ma richiede, per quanto concerne la produzione del motore ed il miglioramento delle tecniche di isolamento, spese non propriamente contenute che poi vanno ad incidere sul prezzo di vendita dei giradischi. Dal canto suo essa vanta però tempi di avvio minori e una maggiore stabilità nella velocità del disco, senza la necessità di “correggere” continuamente il movimento. Risultando, per tal motivo, la soluzione ottimale per i DJ. Detto ciò, la scelta finale sull’acquisto resta comunque personale.
Abbreviazione di “signal to noise ratio”, cioè “rapporto segnale-rumore”, è un valore misurato in decibel indicante la proporzione che collega il livello del segnale audio e quello del rumore di sottofondo. Rappresenta, per tal motivo, un fattore di estrema importanza per l’individuazione della qualità della riproduzione musicale. Più alto sarà il valore del predetto rapporto, di qualità migliore sarà l’apparecchio, che non vedrà “prevaricato” il suono da ronzii o interferenze del segnale. Si suggerisce di indirizzarsi, al riguardo, verso un giradischi con un S/N Ratio superiore ai 65 dB.
È un valore indicante la variazione di velocità del dispositivo in oggetto, tramite cui è possibile comprendere quanto sia accurata la rotazione del disco. Bastano anche minime variazioni di velocità per abbassare in maniera drastica la qualità della riproduzione audio, ragion per cui è assolutamente necessario che il giradischi sia il più preciso possibile. E più basso è il dato del Wow and Flutter, migliore sarà il giradischi stesso: il suggerimento, in merito, è quello di optare per un apparecchio con un valore inferiore allo 0,25%.
La velocità di riproduzione dipende dallo specifico disco che si desidera ascoltare. Quelli più comuni a trovarsi – e supportati da quasi ogni apparecchio in commercio – sono i 33 giri al minuto e i 45 giri al minuto; poco diffusi risultano invece i 78 giri al minuto, che rendono necessario l’utilizzo di una particolare testina idonea per questo formato.
La velocità di un giradischi va regolata nel modo corretto, a seconda del disco da ascoltare: a tale scopo ci si serve di uno specifico pulsante, corrispondente appunto al formato preferito.
Il preamp – o preamplificatore phono – è un dispositivo elettronico che funge da interfaccia tra il giradischi e l’amplificatore, assicurando sonorità pulite e fedeli, prive di qualsivoglia alterazione. Lo si adopera quando il proprio amplificatore non possiede l’ingresso phono. Per poter ascoltare un vinile, infatti, è importante usufruire di un sistema di amplificazione attraverso cui poter raggiungere un volume sufficiente per l’ascolto stesso. Alcuni giradischi sono dotati di un piccolo amplificatore integrato, la cui qualità tuttavia non è paragonabile a quella riscontrabile in apparecchi esterni che hanno solo questa funzione: ecco il motivo per il quale il suggerimento è quello di “rivolgersi” ad un buon sistema Hi-fi.
Conta se si acquista un giradischi apprezzandone le sue caratteristiche, ma senza al tempo stesso voler rinunciare agli aspetti tecnologici, indubbio vantaggio dei giorni nostri. Ed infatti, sul punto, sottolineiamo la presenza in commercio di apparecchi di fascia economica e medio-alta forniti di almeno un’uscita per cavo RCA. Indispensabile, essa, per una riproduzione di buon livello, e compatibile con quasi tutti gli amplificatori e le casse esterne. Così come è possibile reperire dispositivi con una porta USB e con un ingresso per scheda SD. Alcuni, infine, presentano anche un ingresso per cuffie, indicato particolarmente per chi esercita la professione di DJ.
Certo, e non poco: se infatti braccio e piatto del giradischi non sono fabbricati con materiali resistenti, è possibile percepire, durante l’ascolto del proprio vinile, sgradevoli fruscii di fondo. Ciò spiega il motivo per il quale è opportuno indirizzare la propria scelta verso un apparecchio solido, garanzia di una migliore qualità del suono e di una maggiore longevità.
Il design nel giradischi assume un ruolo di tutto rispetto, in quanto il giradischi stesso sovente costituisce anche un oggetto di arredamento: da questo punto di vista, gli appassionati troveranno “migliore” l’apparecchio che più è in armonia con lo stile del proprio studio o salotto, nei colori e nei materiali. Il mercato offre sia prodotti particolarmente originali, dalle tinte accese, che richiamano gli anni ’60 e ’70, sia prodotti dalla struttura classica, con una base generalmente in plastica scura su cui è collocato il piatto con il braccio, coperto da un coperchio trasparente. Ma non mancano modelli ispirati a linee essenziali – con piatto e braccio poggianti su una base rettangolare – o altri dall’aria tipicamente vintage, dalla forma di una valigetta, tipica degli anni ’50 e ’60. Ampia scelta anche nei materiali, dalla plastica al metallo, così da rendere il giradischi estremamente versatile e adattabile a qualunque contesto ed arredo.
Solitamente il dispositivo in oggetto misura circa 35-40 cm di lunghezza e circa 34-38 di larghezza, con un’altezza non superiore ai 10 cm.
Un giradischi in genere pesa poco più di 2 kg, superando assai di rado 3,5/4 kg.
Il mercato offre sia giradischi automatici che manuali.
Come suggerisce il nome stesso, il giradischi automatico ha un funzionamento essenzialmente automatico. Dopo aver collocato il disco sul piatto, sarà infatti sufficiente premere uno specifico pulsante, ed il braccio si posizionerà automaticamente sul bordo del disco. E quando quest’ultimo sarà finito ed il piatto avrà smesso di girare, il braccio tornerà indietro analogamente in totale autonomia.
Il funzionamento del giradischi manuale richiede una maggiore cura ed attenzione da parte dell’utente, perché sarà quest’ultimo a collocare il braccio del giradischi sul disco, e a ricollocarlo al suo posto quando il disco stesso sarà terminato. La maggior parte degli apparecchi moderni caratterizzati da questo funzionamento, agevolano tuttavia questa operazione attraverso un meccanismo di sollevamento, che mantiene sospeso il braccio del giradischi: aiutando così a posizionare ed a rimuovere il disco scongiurando qualsivoglia danno.
È una funzione – presente soprattutto nei modelli di fascia medio-alta – che arresta in modo automatico la rotazione del piatto una volta terminata la riproduzione del disco.
La pulizia di un giradischi – essenziale per garantirne sempre il corretto funzionamento – vede “coinvolti” essenzialmente la testina, il braccio, e la puntina.
Testina e braccio del giradischi andranno trattati con una spazzolina o un pennellino, indicati per provvedere alla rimozione della polvere presente.
Premesso che, se usurata, la puntina va rimossa e sostituita con una nuova, ecco come procedere in presenza di sporco. Un’ottima soluzione è data dall’utilizzo di un pennello in fibra di carbonio intriso di liquido detergente, prestando molta attenzione ai movimenti, preferibilmente nella direzione indietro-avanti sulla testina anziché al contrario o da lato a lato; in alternativa si può adoperare della cartavetro, di finissimo spessore, o dei pulisci-stilo elettronici (una “specie” di spazzolino da denti elettrico), adoperando parecchia cura durante l’operazione.
Certo: una volta smontato, andrà pulito internamente con un panno umido, ed esternamente con uno spray antistatico.
In commercio è possibile trovare giradischi di ogni fascia di prezzo, a partire da importi inferiori ai 100 Euro, per arrivare a cifre ben superiori ai 1000 Euro, soddisfacendo così le diverse necessità degli utenti. Generalmente i prodotti più economici si suggeriscono a coloro i quali non hanno particolari esigenze per quanto concerne la qualità audio, mentre quelli di fascia media – che si rivelano un’ottima scelta, sia per il neofita che per l’intenditore – sono indicati per chi è interessato ad un giradischi longevo e dalla buona qualità di riproduzione. I modelli di fascia alta, dagli 800 Euro a salire, si consigliano infine al vero esperto del settore, in possesso di un ottimo impianto di amplificazione.
Quello del giradischi è un campo in cui il brand può fare una grande differenza: si suggerisce, in merito, di affidarsi a nomi ampiamente conosciuti, garanzia di affidabilità e di qualità. Pioneer, Thorens e Audio Technica sono le marche maggiormente famose, davvero “storiche”, che costituiscono pertanto un’ottima scelta, ma anche Sony, Ion Audio, Dual, Denon, e Pro-Ject rappresentano valide opzioni.
Un giradischi può essere acquistato sia nei negozi specializzati che online.