Dalla sua vanta quel fascino senza uguali, quel sapore d’altri tempi che non ne ha fatto un apparecchio archiviato nei meandri della propria mente… o in un armadio della propria casa. Anzi. Il giradischi è tornato alla ribalta, e con una certa “baldanza” pure. Merito della meccanica che ne è alla base, certamente complessa ma dalla forte attrattiva per i veri audiofili, e dell’odore intenso del vinile, impareggiabile. Ma soprattutto merito della qualità audio offerta, senza dubbio migliore di quella di qualunque altro dispositivo: ciò perché con un vinile il segnale musicale non viene campionato, le informazioni non si perdono, e la riproduzione del suono risulta “pulita”, priva di difetti. A patto però il giradischi sia adeguatamente conservato e mantenuto pulito, evitando “pericolosi” accumuli di polvere. Ascoltare la musica con quest’apparecchio, poi, immerge in un’atmosfera di relax non riscontrabile assolutamente con un cd o un mp3, magari adoperati in auto o in metropolitana. I ritmi frenetici della società odierna, infatti, hanno ridotto sempre più il tempo da dedicare a sé stessi, finendo così per relegare anche un momento così piacevole ed evasivo – quello appunto della musica – a spazi “rubati” e non pienamente vissuti. Immaginiamo invece un comodo divano, un disco che gira, e nient’altro… tutto diverso, vero?
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Come scegliere il migliore giradischi
È di nuovo sulla scena, incontrando l’interesse sia dei veri intenditori, che dei neofiti, incuriositi da un modo diverso, “tutto nuovo”, di ascoltare non solo brani attuali, ma anche del passato. Il giradischi ha infatti conquistato una larga fetta di utenza, tornando nuovamente in auge, nonostante il trascorrere degli anni lo abbiano visto “sostituito” prima dalle musicassette, poi dai cd, ed infine dai formati digitali. Una ri-conquista che ha portato a commercializzare ancora una volta i vecchi LP – non più appannaggio dei negozi di antiquariato o dei collezionisti del settore – e a valutare l’ipotesi di introdurre in casa propria uno di questi dispositivi affascinanti e dal gusto un po’ rétro.
Ma come scegliere il “migliore” giradischi? Quello più indicato per le proprie esigenze? Qualunque sia il motivo di detto acquisto – nostalgia dei tempi andati, o interesse per tutto ciò che ruota attorno a questo apparecchio, o, ancora, essere in possesso di una cospicua raccolta di dischi in vinile – è opportuno affidarsi a ben specifiche linee-guida, di aiuto in una scelta oculata ed al contempo soddisfacente. E ciò soprattutto da parte delle nuove generazioni, che hanno più difficoltà nel rendersi conto di quali sono gli aspetti a cui badare, se si considera – “dettaglio” assolutamente non trascurabile – la maggiore complessità del giradischi rispetto ai moderni dispositivi digitali, tipici dei giorni nostri. Cosa considerare, dunque, in sede di acquisto? Certamente la struttura e il tipo di trasmissione, ossia la trazione, diretta oppure a cinghia, così come specifiche caratteristiche, sia tecniche che relative alla riproduzione dei vinili. E, ancora, la tecnologia e i materiali, le dimensioni e il design, nonché le tipologie di apparecchio in commercio.
Struttura
Per gli intenditori o appassionati, il funzionamento del giradischi non conosce segreti, ma spesso non è così per chi si avvicina per la prima volta ad un dispositivo di questa tipologia. Per cui è importante spendere due righe in merito. In pratica un giradischi fa sì che un disco in vinile ruoti ad una velocità costante, trasformando in segnali elettrici le informazioni che i microsolchi del disco stesso contengono. E perché la musica “parta”, non bisogna far altro che porre il vinile sul piatto e alzare il braccio del giradischi, portandolo sul disco; la testina, sita all’estremità del predetto braccio, andrà poi posizionata su uno dei microsolchi or ora citati.
Il piatto, il braccio, la testina – assieme alla base, al telaio, al tappetino, al portatestina e al perno di centraggio – costituiscono gli elementi strutturali del giradischi. Rimandando il braccio, la testina (con il porta-testina), ed il telaio – argomenti “più corposi” – ai prossimi tre paragrafi, concentriamo in questa sede la nostra attenzione sui restanti componenti dell’apparecchio in oggetto.
- Base. Struttura portante del giradischi nel suo insieme, deve essere solida, in quanto “influisce” non poco sulle vibrazioni a cui il giradischi stesso è soggetto, vibrazioni che potrebbero essere causa di una cattiva qualità del suono;
- Piatto. Parte del dispositivo che ruota e sulla quale si collocano i vinili;
- Tappetino. In materiale antiscivolo, ed appoggiato sul piatto, non solo smussa le vibrazioni ma fa sì che la velocità di rotazione del disco risulti costante;
- Perno di centraggio. Piccola “prominenza” al centro del piatto, va introdotto nel foro del vinile, consentendo così al disco di rimanere perfettamente “centrato” sul piatto stesso.
Il braccio
Asta mobile, solitamente in alluminio, che sostiene la testina del giradischi e che viene collocata sopra il piatto per riprodurre la musica, il braccio di lettura ha, come tratti caratteristici, la leggerezza, la rigidità e l’intercambiabilità. Può essere dritto, a S e tangenziale.
- Braccio dritto. Presente nel maggior numero di dispositivi sul mercato, è da molti preferito per via della sua leggerezza e solidità, nonché per il suo essere contenuto nel prezzo;
- Braccio a S. Chiamato così in virtù della sua forma, che considerata dall’alto ricorda appunto una “S”, si distingue per la sua semplicità di utilizzo;
- Braccio tangenziale. Meno diffuso rispetto agli altri due, è un braccio migliore perché si muove parallelamente al raggio del disco, ma, di contro, è molto costoso.
I modelli:
Esempi di giradischi con braccio dritto
Giradischi con braccio a S
Giradischi con braccio tangenziale
Quale tipologia di braccio preferire? Fermo restando che la scelta – come sempre – è personale, è il caso di sottolineare che il braccio dritto è più semplice nella costruzione, nonché più agevole nell’installazione se paragonato a quello tangenziale. Rispetto al braccio a S, infine, si caratterizza per la massa minore.
La testina
Parte del braccio dell’apparecchio, la testina presenta alla sua estremità uno stilo (la puntina) di diamante, grazie a cui la musica può diffondersi: la puntina si introduce infatti tra i solchi del disco “imprigionandone” il suono, per poi poterlo riprodurre attraverso i diffusori. Il commercio mette attualmente a disposizione giradischi con due tipologie di testina: a magnete mobile e a bobina mobile.
Basata su un magnete – come si intuisce dal nome stesso – la testina a magnete mobile è di costo contenuto e agevole nell’utilizzo. Si rivela particolarmente adatta ai meno esperti perché non richiede una pre-amplificazione aggiuntiva, e quando si consuma è sufficiente solo sostituire lo stilo senza bisogno di acquistare una nuova testina.
Differentemente da quella a magnete mobile, la testina a bobina mobile necessita di pre-amplificazione aggiuntiva (oppure di un amplificatore disposto per il suo uso), e non consente di sostituire lo stilo una volta consumatosi, “obbligando” all’acquisto di una nuova testina: garantisce però un suono qualitativamente migliore perché ha una tensione di uscita molto più bassa. Ciò spiega il motivo per il quale risulta più indicata per i veri intenditori del vinile, con una lunga “esperienza” alle spalle.
Una nota finale va al porta-testina – cioè al sostegno della testina attraverso cui la si collega al braccio – di cui non sono forniti tutti i dispositivi in oggetto.
Il telaio
Osservando con attenzione un giradischi, si può facilmente notare che piatto e braccio dello stesso non sono collocati direttamente sulla struttura dell’apparecchio, ma poggiano sul cosiddetto telaio. Di cosa si tratta esattamente? Come poc’anzi sottolineato, ciò che maggiormente conta quando si parla di giradischi, è la sua capacità di “estrapolare” le informazioni dal vinile, ed ogni vibrazione, anche minima, può “ostacolare” una corretta lettura e dunque l’ottenimento di un suono perfetto. A tale scopo – cioè per limitare al massimo le vibrazioni – le “strade” percorribili sono due: acquistare un telaio rigido oppure uno sospeso. Vediamo quali sono le differenze.
Realizzato in materiali molto leggeri, il telaio rigido – come suggerisce il nome stesso – è posto sullo chassis del giradischi; quello sospeso, invece, si appoggia su elementi elastici, generalmente molle metalliche, e divide il piatto ed il braccio dallo chassis. Quale privilegiare? Entrambi costituiscono ottime soluzioni, differenziandosi non tanto per la capacità di far fronte alle vibrazioni, quanto, piuttosto, per il “pensiero” che è alla loro base: sul punto, determinati produttori di giradischi considerano un telaio rigido l’opzione da prediligere per meglio bloccare la diffusione delle vibrazioni, laddove altri ritengono, al contrario, che detto scopo sia assicurato in modo ottimale dal telaio sospeso. In realtà la scelta è strettamente personale, dipendendo dalle proprie preferenze al riguardo.
Ai fini di una maggiore comprensione – e memorizzazione – degli elementi strutturali di un giradischi, aiutiamoci con la tabella riportata qui di seguito:
Elementi strutturali del giradischi
Elementi strutturali del giradischi | Caratteristiche |
---|---|
Base | Struttura portante del giradischi, deve essere realizzata in materiali solidi, per ridurre il più possibile eventuali vibrazioni |
Piatto | Parte dell'apparecchio che ruota in virtù di un motore e su cui si posiziona il vinile |
Braccio | Asta mobile, generalmente in alluminio, è posizionata sopra il vinile per consentirne la riproduzione. Leggero, rigido e intercambiabile, può essere dritto (il più diffuso), a S, e tangenziale |
Testina | Parte del braccio del giradischi poggiante sul vinile, contiene la puntina di diamante attraverso cui la musica può diffondersi. Può essere a magnete mobile (che non richiede pre-amplificazione) e a bobina mobile (che invece la richiede) |
Porta-testina | Supporto della testina, che consente di connettere la testina stessa all'apparecchio. Non è presente in tutti i giradischi |
Telaio | Parte del giradischi su cui poggiano piatto e braccio. può essere rigido, e collocato sullo chassis del dispositivo, oppure sospeso su componenti elastici (solitamente molle metalliche). Entrambe le tipologie hanno lo scopo di limitare possibili vibrazioni esterne |
Tappetino | Collocato sul piatto, è realizzato in materiale antiscivolo: riduce le vibrazioni ed assicura una velocità uniforme di rotazione del vinile |
Perno di centraggio | Piccola sporgenza da introdurre nel foro del disco, fa sì che questo resti centrato sul piatto |
Tipo di trasmissione: trazione diretta o trazione a cinghia
In base al tipo di movimento che si “sviluppa” dal motore al piatto, è possibile distinguere giradischi con trazione diretta o a cinghia. Prima di entrare nel merito delle reciproche caratteristiche, evidenziamo che negli apparecchi con trazione diretta l’albero del piatto è congiunto direttamente al motore, e quando quest’ultimo gira, gira anche il piatto; nei dispositivi con trazione a cinghia, invece, una cinghia in gomma, collegante il motore al piatto, trasmette il movimento, con una trazione, dunque, indiretta (il motore “attiva” una cinghia, che a sua volta fa ruotare il piatto).
Esempi di giradischi a trazione diretta
- - completamente manuale - motore DC servocomandato - velocità: 33-1/3 RPM, 45 RPM, 78 RPM -...
- - piatto in alluminio pressofuso - coppia di avviamento: > 1,0 kgf.cm - sistema frenante elettronico...
- - preamplificatore del livello di uscita 'phono': 4 mV nominali a 1 kHz, 5 cm / sec - pre-amp...
- Piastra DJ professionale con prestazioni audio Hi-Fi
- Allenamento diretto, motore a coppia elevata
- Funzionamento completamente manuale
- Eccellente design del suono, proprio come il plx-1000, il plx-500 è costruito per produrre un suono...
- Facile registrazione digitale collegando il giradischi al pc o mac tramite l'uscita usb
- Usa il plx-500 per mixare e graffiare il tuo disco in vinile o combinare il giradischi con rekordbox...
Detto ciò, i modelli caratterizzati da trazione diretta assicurano una velocità uniforme (perché l’albero del piatto, come or ora messo in evidenza, è collegato direttamente al motore) e grande precisione nel suono, rivelandosi ottimali per i DJ. Quelli invece contraddistinti da trazione a cinghia – solitamente privilegiati dagli audiofili – sono più silenziosi e garantiscono minori vibrazioni, attutite dalla cinghia in gomma. Verso quale tipologia di trazione, allora, indirizzarsi? In molti ritengono preferibile la trazione a cinghia, ma va detto che realtà sono valide entrambe, a meno che determinate condizioni o determinati ambienti non rendano necessario l’utilizzo di uno specifico sistema.
S/N Ratio e Wow and Flutter
Rappresentano le caratteristiche tecniche più importanti a cui badare in sede di acquisto dell’apparecchio in oggetto.
- S/N Ratio. Letteralmente“signal to noise ratio”, cioè “rapporto segnale-rumore”, è un valore misurato in decibel, indicante la qualità della riproduzione musicale. E maggiore sarà il valore di detto rapporto, migliore sarà la qualità del giradischi, poiché eventuali fruscii o interferenze del segnale non prevarranno sull’audio. Il suggerimento, in merito, è quello di optare per un modello caratterizzato da un S/N Ratio superiore ai 65 dB.
- Wow and Flutter. Individua la variazione di velocità del giradischi, e più bassa sarà la velocità stessa, migliore sarà l’apparecchio in questione. Il giusto valore, al riguardo, deve essere inferiore allo 0,25%.
Velocità di riproduzione e preamp
Caratteristiche connesse alla riproduzione dei vinili, costituiscono altri fattori da considerare al momento della propria scelta.
Per quanto concerne la velocità di riproduzione, connessa allo specifico disco che si desidera ascoltare, va sottolineato che i più comuni in commercio sono i 33 giri al minuto (o LP, come anche sono noti) e i 45 giri al minuto, supportati dalla stragrande maggioranza dei giradischi; più rara è invece la possibilità di supporto per i 78 giri al minuto (o EP), il che richiede solitamente la necessità di servirsi di una particolare testina che sappia leggere in modo corretto le tracce di questo formato.
Sempre in base allo specifico disco che si desidera ascoltare, poi, bisogna regolare la velocità del proprio giradischi. Come procedere? Nulla di più semplice: basta infatti premere il pulsante relativo al formato che maggiormente si preferisce (33 giri, a titolo esemplificativo).
In merito invece al preamp (preamplificatore phono), è importante sottolineare come sia determinante essere forniti di un sistema di amplificazione che permetta il raggiungimento di un volume tale da garantire un buon ascolto. Taluni apparecchi, sul punto, sono forniti di un amplificatore integrato, la cui qualità, tuttavia, non è delle migliori; preferibile, allora, servirsi di dispositivi esterni per poter contare su risultati ottimali.
Tecnologia
Scegliere un giradischi non vuol dire dover necessariamente rinunciare a quegli aspetti tecnologici che caratterizzano la società attuale e che certamente rappresentano un valore aggiunto: è possibile infatti apprezzare particolarmente il suono del vinile, senza però “respingere” quello offerto dal cd o dal formato digitale.
Sottolineiamo, in merito, che sia i modelli di fascia economica che di fascia medio-alta possiedono almeno un’uscita per cavo RCA, compatibile con il maggior numero di amplificatori e di casse esterne, e richiesta per una riproduzione qualitativamente buona. Il mercato mette poi a disposizione modelli forniti di una porta USB, tramite cui connettersi ad un computer e digitalizzare i propri vinili servendosi di software sovente in dotazione in sede di acquisto. E, ancora, modelli in cui è presente un ingresso per scheda SD: si tratta in questo caso di dispositivi per lo più di costo contenuto, forniti di amplificatori esterni e che possono essere utilizzati anche come speaker. Una opzione, questa, che può incontrare l’interesse di coloro i quali non sono particolarmente esigenti in fatto di qualità, ma prediligono un apparecchio con maggiori funzioni.
Materiali
Rappresentano un fattore di tutto rispetto alla luce di quanto sottolineato a proposito delle possibili vibrazioni provocate dal motore e dalla rotazione del disco. Vibrazioni che nel caso di base, piatto e braccio del giradischi realizzati con materiali non solidi possono peggiorare – e non di poco – l’ascolto del proprio vinile. Ecco perché il suggerimento è quello di veicolare l’acquisto verso un prodotto robusto e stabile, che assicura non solo un suono qualitativamente migliore, ma anche una maggiore durata nel tempo.
Dimensioni e design
Sono due aspetti strettamente connessi tra loro. Generalmente le dimensioni di un giradischi sono di circa 35-40 cm di lunghezza e di circa 34-38 cm di larghezza, con uno spessore che non va oltre i 10 cm ed un peso di poco superiore ai 2 kg (raramente è maggiore di 3,5/4 kg).
Per quanto concerne invece il design, va subito messo in evidenza che – sebbene nella maggior parte dei casi abbia un valore prettamente estetico – nel caso del giradischi esso assume un ruolo tutt’altro che secondario. Ciò non solo perché si è in presenza di un apparecchio che può assurgere ad oggetto di arredamento, ma anche perché determinati modelli non sono dotati delle protezioni occorrenti e potrebbero agevolmente andare incontro a deterioramento.
Di solito i giradischi presentano una struttura “classica”, con un coperchio in plastica o in legno ricoprente del tutto piatto e braccio, riducendo così al massimo l’immissione di polvere ed umidità. Non è raro, tuttavia, reperire modelli dal design davvero singolare – frutto dell’incontro tecnologia e tradizione – da collocare all’interno di un salotto o di uno studio, magari accanto alla propria collezione di dischi. Così come è possibile trovare giradischi dalla struttura “minimal” ed essenziale, con piatto e braccio poggiante su una base rettangolare. E, ancora, apparecchi dalla forma che richiama quella di una valigia, pratici e comodi da trasportare o da muovere nei diversi ambienti della propria abitazione.
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Tipologie di giradischi: automatico o manuale?
Il mercato vede due differenti tipologie di giradischi, automatico e manuale, una differenza, questa, di particolare aiuto per i neofiti, che si avvicinano per la prima volta al mondo dei vinili e co.
Come facilmente si intuisce dal nome stesso, nel giradischi automatico gran parte del lavoro da compiere avviene “meccanicamente”. Basta infatti collocare il disco sul piatto e premere un apposito pulsante: il braccio si avvicinerà in modo automatico al disco, e quando quest’ultimo sarà terminato ed il piatto avrà finito di girare, tornerà al suo posto ugualmente in modo automatico. Nel giradischi manuale, al contrario, il braccio va posizionato sul disco manualmente, e rimesso al suo posto quando il disco stesso sarà finito: un’operazione, questa, che benché semplice, richiede tuttavia una certa attenzione e dimestichezza, poiché un movimento eccessivamente repentino potrebbe essere causa di danni alla testina o al vinile. I modelli più moderni vengono in aiuto in tal senso, prevedendo un “sistema” di sollevamento che, mantenendo il braccio sospeso, agevola non poco l’operazione di posizionamento del braccio stesso. I modelli di fascia medio-alta, poi, contemplano anche la funzione di arresto automatico della rotazione del piatto una volta conclusasi la riproduzione del disco. Opzione di grande utilità e comodità, che consente all’utilizzatore di allontanarsi dal giradischi senza il rischio che il disco stesso possa danneggiarsi per via di un funzionamento protratto nel tempo.
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Pulizia e manutenzione
Perché il proprio giradischi sia sempre perfettamente funzionante, è opportuno provvedere ad un’adeguata manutenzione. Ecco come procedere al riguardo.
Testina e braccio andranno puliti con una spazzolina o un pennellino, così da rimuovere la polvere depositatasi. Anche la puntina può essere sovente danneggiata dalla polvere e dallo sporco, rischiando in tal modo di pregiudicare il regolare funzionamento dell’apparecchio. Bisognerà allora, prima di ogni cosa, verificare se è usurata, provvedendo, nel caso, alla sua sostituzione; se è solo sporca, invece, si dovrà adoperare un pennello in fibra di carbonio imbevuto di liquido detergente, agendo con molta delicatezza. È possibile anche servirsi della cartavetro – di grana finissima e da usare, possibilmente, con la lente di ingrandimento – ma richiede estrema precisione nei movimenti; così come è possibile ricorrere ai pulisci-stilo elettronici a vibrazioni, una sorta di spazzolino da denti elettrico. Per quanto concerne, infine, il coperchio del proprio giradischi, esso andrà smontato e pulito all’interno con un panno umido, e all’esterno con uno spray antistatico.
All’interno della manutenzione del dispositivo in oggetto, poi, tenendo conto che siamo in presenza di un meccanismo di precisione, andrà con una certa costanza verificato il corretto serraggio di viti e bulloni nel dispositivo stesso, così come saranno da controllare le viti della testina e del braccio. Sono, le predette, tutte operazioni di manutenzione ordinaria da effettuare con regolarità, operazioni che andranno “adeguate” a quello che è il modello di apparecchio che si possiede ed il suo stato. E se non ci si sente “pronti” a sufficienza per occuparsene in prima persona, si può sempre ricorrere a personale esperto del settore.
Prezzi e marche specializzate
Al momento dell’acquisto di un giradischi, un occhio – come è giusto che sia – va anche al costo. Il mercato, al riguardo, offre modelli di ogni fascia di prezzo, così da andare incontro alle diverse esigenze di budget: si va da cifre inferiori a 100 Euro sino ad arrivare ad importi superiori ai 1000 Euro.
La scelta sarà strettamente connessa ai propri bisogni; va al riguardo messo in rilievo che gli apparecchi “entry level” si rivelano indicati per chi non è particolarmente esigente in fatto di audio, ma è, al contrario, interessato all’ascolto occasionale di vecchi dischi. Quelli invece di fascia media (generalmente tra i 300 e gli 800 Euro), sono una scelta ottimale per chi cerca un prodotto che garantisca una buona qualità di riproduzione e che duri nel tempo. I giradischi appartenenti alla fascia di prezzo alta, infine, sono un valido suggerimento solo per chi vanta una lunga esperienza nel settore, è fornito di un ottimo impianto di amplificazione, e non bada a spese.
Per quanto concerne le marche a cui rivolgersi per un buon acquisto, alcuni nomi hanno letteralmente “fatto la storia” nel settore del vinile: ci si riferisce a Thorens, Pioneer e Audio Technica, che offrono prodotti di costi differenti, così da soddisfare più fasce di utenza. Altri brand da prendere in considerazione per la propria scelta sono Pro-Ject, Sony, Ion Audio, Dual, Denon.
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Creativa e fantasiosa, ma anche riflessiva e determinata. Laureata in Giurisprudenza “atipica”, seguo e coltivo i miei sogni e le mie effettive ambizioni, emersi preponderatamente. Appassionata di scrittura e “curiosa” di ogni piccola grande novità tecnologica, fornisco agli utenti utili consigli in merito a prodotti che possono semplificare, migliorandola, la vita di tutti i giorni. Per un aiuto in quella che è la scelta più rispondente alle proprie esigenze.